
Una mobilitazione con migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti nelle iniziative di protesta e informazione, quella per il rinnovo del contratto della sanità privata accreditata, fermo da 12 anni. La mobilitazione a sostegno delle trattative, che ha portato allo sciopero regionale dello scorso dicembre, è ripartita quando, nei primi mesi dell'anno, ARIS e AIOP, le due associazioni che rappresentano la gran parte dell'imprenditoria privata in sanità, hanno rifiutato di mettere anche solo un euro nel rinnovo del contratto nazionale.
Da marzo a oggi, oltre 20 presidi nelle strutture private della sanità accreditata di Roma e del Lazio, circa cento in totale. Dal Fatebenefratelli Isola Tiberina all'ICOT di Latina, bandiere, presidi, assemblee e volantinaggi per informare anche la cittadinanza delle difficoltà vissute ogni giorno dalle lavoratrici e dai lavoratori. Sono 25 mila nel Lazio, 300 mila in tutta Italia, e ogni giorno mettono al servizio della salute di tutti noi la loro competenza. Ancora oggi tanti sono precari o con contratti pirata e lavorano in condizioni difficili, aggravate anche da eccessivi carichi di lavoro e turni estenuanti. Sono infermieri, OSS, tecnici, amministrativi e tante altre professionalità che non hanno ancora visto, rispetto ai colleghi del pubblico, il giusto riconoscimento salariale, un avanzamento delle tutele e dei diritti, un percorso certo di crescita professionale. Sono penalizzati, tra l'altro, nella formazione – il cui obbligo ricade tutto su di loro, senza il contributo dei datori di lavoro – come nella regolamentazione dei permessi e delle malattie dei figli.
Leggi tutto
Stampa