CROCE ROSSA ITALIANA: La CISL FP dice no alla privatizzazione.Subito la riorganizzazione dell'ente
“La Croce rossa italiana va riorganizzata e rilanciata, ma diciamo no ad ogni tentativo di privatizzazione che ne metta a repentaglio i servizi e che non offra le giuste tutele al personale”, questa la posizione della Cisl Fp rispetto alle indiscrezioni circolate in queste ore.“La CRI è un pezzo importante del prestigio dell’Italia nel Mondo e non può essere smantellata né ridimensionata. Ma soprattutto operando in base ai principi del Movimento Internazionale della Croce Rossa, offre servizi altamente professionalizzati alle persone che hanno più bisogno di essere aiutate ed assistite. E non si tratta solo di pronto soccorso e trasporto d’emergenza. La CRI è impegnata in tutti quegli ambiti che qualificano il nostro sistema di welfare: nel trasporto di infermi e dializzati, nell’assistenza domiciliare agli anziani, ai minori, ai diversamente abili, ai senza fissa dimora, ai pazienti con gravi deficit psico-motori; nelle mense sociali, nell’accoglienza agli immigrati, nella gestione delle emergenze e in tanti altri ambiti che potrebbero essere sviluppati facendo leva sul capitale umano in servizio”. “D’altra parte il patrimonio di capacità, competenze e professionalità dei 1.300 lavoratori dipendenti che vi operano a tempo indeterminato, dei 1.600 lavoratori dipendenti a tempo determinato, dei volontari e del personale militare rappresenta la migliore delle garanzie. E’ su questa base che la CRI va riorganizzata per risanare i bilanci e renderla ancora più innovativa e meno costosa”. “Per questo come CISL FP chiediamo di lasciar perdere i progetti di privatizzazione e di lavorare insieme per dare prospettiva ad un Ente che deve rimanere pubblico, conservando in questo ambito le articolazioni territoriali, e che va reso ancora più efficiente”.