
"E' il primo sciopero organizzato direttamente contro l'Agenzia delle Entrate. E contro un atteggiamento di chiusura che offende i lavoratori", hanno spiegato Chierchia e Squarcio. "I dati dell'astensione sono eclatanti: solo 2 dipendenti su 10 al lavoro. In piazza c'era tutta la rabbia e la delusione di persone quotidianamente impegnate con competenza sul fronte del contrasto all'evasione fiscale e contributiva e alle truffe ai danni dell'erario. Persone a cui da anni l'Agenzia non riconosce merito e professionalità"
"Per questo a Roma centinaia di lavoratrici e lavoratori hanno partecipato al presidio di fronte al Ministero dell'Economia e delle Finanze, e tanti sono stati i dipendenti del Fisco che hanno manifestato a Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone", hanno proseguito i sindacalisti. "Nella Capitale tante sedi dell'Agenzia hanno a malapena aperto gli uffici, come a Roma 5 dove a timbrare l'ingresso sono stati solo 8 dipendenti. Uffici chiusi nel capoluogo della Tuscia, così come a Frascati e Nettuno. Anche a Rieti, Latina e Frosinone adesioni superiori al 70%".
Dopo il presidio una delegazione di Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Flp è stata ricevuta dal viceministro Laura Castelli che ha preso l'impegno intervenire con i vertici dell'Agenzia. Da parte sindacale nessuna intenzione di arretrare: "I lavoratori meritano rispetto e riconoscimento per un lavoro altamente qualificato che va a vantaggio dell'intera collettività. Pretendiamo che sia pagato il salario di produttività 2016 e 2017 che è già stato guadagnato sul campo. E che si rimettano in moto le progressioni di carriera per chi lavora per la legalità e gli interessi di tutti", hanno concluso Chierchia e Squarcio.